Immaginate la scelta più difficile per una madre: decidere se tenere, chiuso con sé, suo figlio, o se lasciarlo fuori, lasciare che cresca senza di me in un mondo orrendo senza punti di riferimento stabili. Molte mamme questa scelta nemmeno possono farla: tenere i propri figli piccoli accanto, quando si vive in contesti abusanti, violenti, dove la criminalità è la norma, è l’unica possibilità. E così bambini piccolissimi crescono in carcere, un luogo sin dall’inizio designato per uomini, non per donne, figuriamoci per madri con figli. La madre, che culturalmente è l’angelo del focolare, diventa la cattiva, la bestia, che sbaglia due volte: quando commette un reato e quando si permette di inquinare una giovane vita col suo veleno di criminale portandoselo appresso.
Ospite della puntata di oggi è Giulia Gibelli, dott.ssa in Piscologia, tirocinante psicologa.
Insieme a Giulia mi sono addentrata tra le sbarre delle sezioni femminili del nostro Paese. Oltre il 95% delle donne detenute ha almeno un figlio. Con la condotta criminosa viene scardinato il ruolo della madre: come è possibile che chi dà la vita possa uccidere, rubare, spacciare, rapire? Commettere delitti efferati oppure avere un ruolo chiave in un progetto criminoso minuziosamente studiato? Impossibile, questa non può essere madre. Eppure.
Giulia ci spiega con grande chiarezza il funzionamento (teoria e pratica) del circuito penale femminile, ma ci parla anche dello smarrimento di una donna che non è più degna di essere madre e si porta addosso il fardello di aver abbandonato i propri figli, per il loro bene, avendoli lasciati fuori dalle sbarre; ma anche di mamme che non hanno avuto altra scelta e che convivono con il peso di vedere i propri figli, in cella con loro, avere disturbi alla vista, problemi del sonno. Se sei donna detenuta, in ogni caso il senso di colpa ti perseguiterà perchè avrai abbandonato la famiglia, il tuo ruolo di madre canonica, i tuoi figli, e se li avrai tenuti con te sarai doppiamente colpevole di non aver dato loro un’alternativa.
Le detenute madri dimostrano quanto il confine tra giusto e sbagliato sia sottile, e quanto sia fallimentare l’operato di uno Stato che lascia che i bambini vivano dietro alle sbarre.
Grazie Giulia per questa puntata così chiara e densa di spunti di riflessione; consiglio i suoi podcast:
– Il peso della farfalla: https://open.spotify.com/show/4Pr5BvbtnNhLaTVWw5H7G9?si=XDalOKnwQXufW9yCf8ylvA
– Mamma, detenuta, altro: https://open.spotify.com/show/325sl3vd06O11EEx1gKl2A