Grazia Coppola

[TRIGGER WARNING: CONTENUTI ESPLICITI DISTURBANTI]

“Cara Sig.ra Montgomery , l’intento di questa lettera è informarla che è stata fissata la data per l’esecuzione della sua condanna a morte”. Così viene comunicato a un condannato che sarà giustiziato a breve.

Così si è chiusa la vicenda di Lisa Montgomery, che nel dicembre 2004 ha strangolato e sventrato una giovane donna incinta, Bobbi Jo Stinett, e ha cercato di portare via con sè la sua bambina. L’atrocità del delitto ha reso la vicenda famosa in tutti gli Stati Uniti e non solo, ma la sua esecuzione -rimandata fino all’ultimo- non ha trovato tutti concordi. questo perchè Lisa soffriva di un grave ritardo mentale, risultato di anni di abusi, violenze, stupri, traumi.

Questo, il mondo si è chiesto: quanto è giusto, pensando per un secondo che la pena di morte, il modo più barbaro di disinteressarsi di uno dei doveri di uno Stato, ossia della rieducazione di un individuo, sia accettabile, punire una persona chiaramente malata mentalmente come si punirebbe una persona sana? Quanta responsabilità ha lo Stato stesso nei confronti di una persona distrutta da una vita fatta di torture, umiliazioni e violenze, che a causa di un vissuto terrificante delinque? Una esecuzione con iniezione letale può lavare via le mancanze di uno Stato, di una comunità?

Dedicata al 57% degli italiani, quelli a cui il pensiero del ripristino della pena di morte fa orrore.

A cura di Grazia Coppola
Grafica: Luce J. Zheng
Sigla: Cesare Dentella

Fonti:
https://www.bbc.com/news/world-us-canada-55587260
https://www.elle.com/culture/career-politics/a34716810/lisa-montgomery-death-row-execution-trump/
https://www.youtube.com/watch?v=gFR-UJhjb70&t=317s (audio introduttivo)

Nota dell’autrice: la traduzione in apertura da me proposta cerca di rendere il messaggio di Diane il più fedele possibile, nel tentativo di avere una buona resa anche in italiano. Pertanto, il suo intervento non è stato tradotto in maniera 100% letterale.

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